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RESTAURO PIAZZA TRIESTE: il Controfossato e le Ripe Occidentali
a cura del prof. Leone Parolo del Centro Studi sui Castelli
LA PROFONDITA' DEL CONTROFOSSATO
Il livello dell'antico controfossato si desume dalla risega che sta alla base delle pilastrate e che segna
un livello molto profondo: ben oltre i tre metri. Poco sotto stava la falda acquifera che, prima delle
bonifiche concorreva all'allagamento delle fosse esterne e del controfossato dei castelli. L'acqua comunque,
dato che si è andati giù con gli scavi, è puntualmente riaffiorata impedendo ulteriori azzardi, del resto
abbastanza sconsigliabili.
Per parlare di resti di controfossato, nel nostro caso, occorre riferirsi soprattutto alle pareti ci
contenimento dell'antico bacino.
Si è visto che, dalla parte del Castello, tali pareti erano costituite dallo spalto.
La Carta Zappati Malvezzi assieme a quella successiva del Malaman e, per analogia, alcune raffigurazioni
del controfossato della Rocca degli Alberi, informano che il controfossato di Castel San Zeno era rivestito
di scarpate in muratura che avevano il preciso ruolo di impedire il franamento delle ripe.
Finora, di tali scarpate di contenimento, oltre a quelle descritte nel capitolo dedicato allo spalto,
sono state messe in luce ridotte porzioni di quelle site dalla parte della riva di città, dove è impostata
l'arcata terminale ovest del ponte. Altro non è stato riportato alla vista.
Potrebbe darsi che, contrariamente a quello che sempre si è temuto, gli Austriaci non abbiano asportato
interamente i muri di contenimento così che ne rimangano ancora testimonianze magari solo per quanto concerne
le porzioni più profonde.
Ai fini delle presenti considerazioni, tuttavia, il ritrovamento di ulteriori resti non sembra per
ora cosa essenziale.
CONTROFOSSATO - PROSPETTIVE DI INTERVENTO
Nel quadro di una valorizzazione in vista di uno dei reperti più importanti, cioè il controfossato,
il ripristino, necessariamente parziale, dell'antico bacino, benché si tratti una realtà storica costituita
da volumi vuoti, assumerebbe una funzione primaria.
Si potrebbe anzi dire che da soli, questi volumi vuoti, potrebbero costituire elementi tali da conseguire
una vera e propria ristrutturazione visiva di tutto l'insieme stereometrico della massa architettonica del
Castello verso la Città.
Il Castello apparirebbe più alto, più imponente, più suggestivo e l'atmosfera evocativa spirante dall'antico
fortilizio, grazie a questa connotazione storica restituita, sarebbe arricchita impareggiabilmente.
Una Piazza lastricata sarebbe, al contrario, un banale e persino avvilente ripiego.
Perciò non sarà mai abbastanza raccomandato affinché l'occasione che oggi si presenta non venga negletta.
La profondità potrebbe essere mantenuta in limiti contenuti. Quel tanto che basta a non mortificare troppo
le arcate del ponte.
Il livello dell'antico controfossato si desume dalla risega che sta alla base delle
pilastrate e che segna un livello molto profondo.
Il nuovo livello potrebbe assestarsi anche settanta - ottanta centimetri più in alto senza per questo
tradire la veridicità storica. Si sa bene che questi fossati interni andavano soggetti a progressivo
interramento.
Per quanto concerne l'estensione e la forma da dare al bacino da ripristinarsi non è possibile non tener
conto delle necessità viarie che si sono andate consolidando in questi due secoli.
L'ideale sarebbe poter dare al bacino le antiche dimensioni, ma questo è senz'altro irrealizzabile verso
sud dove sta il teatro Arena.
Dalla parte nord orientale presso le mura, dove finiva il braccio settentrionale dell'antico bacino,
è sorto il fabbricato addossato alle mura dove ora sta la Pizzeria Palio: pensare di farlo sparire sarebbe
assurdo.
È da presumere che, dalla parte verso la strada che corre parallelamente al Castello, il limite del ciglio
del controfossato fosse tale da sopravanzare una striscia dell'attuale carreggiata che fu effettivamente
allargata in epoca post austriaca. Necessità di scorrimento del traffico consiglierebbero anche per questo
lato opportuni adattamenti del volume vuoto.
Nella parte settentrionale, oltre i resti del Ponte a tre arcate messo in luce, si renderebbe necessario,
anche per dare risalto alla faccia nord del manufatto, la presenza di un altro volume vuoto il quale,
potrebbe tuttavia anche non arrivare fino agli antichi limiti così da consentire di ricavare un'area
tenuta a verde dove i visitatori potessero sostare: un piccolo giardini eventualmente attrezzato con
panchine di adeguato design. All'incirca esso potrebbe avere le dimensioni e la forma indicate nella
planimetria allegata.
Il bacino potrà essere limitato da questo lato da una ripa a scarpata fatta di terra sistemata con pendenza
adatta.
Verso sud invece, non esisterebbero in teoria remore tali da impedire un ripristino dell'antico volume
vuoto del bacino fino al ponte che sta sotto il marciapiedi e la strada che entrano in città da Porta Padova.
La rimessa in vista della faccia settentrionale del ponte principale potrebbe essere un'idea allettante.
Tuttavia non si conoscono le effettive condizioni di tale parte manufatto interrato, né si può escludere
che la sua messa in luce possa danneggiare l'attuale marciapiede.
Sarebbe bastevole pertanto, per quanto riguarda il limite meridionale del volumi vuoti da mettere in
evidenza verso sud, limitarsi a chiudere gli stessi da questo lato con una scarpata adeguatamente
raccordata alla linea dell'esistente marciapiedi.
Tutte le parti in terra dovrebbero essere tenute ad erba.
RIPE OCCIDENTALI
Il problema delle ripe non è indifferente: esse infatti dovrebbero essere abbastanza solide da sopportare,
soprattutto dalla parte occidentale, le sollecitazioni del traffico che scorre lungo la strada. A questo
proposito anche una eventuale sussistenza dell'antico muro di contenimento potrebbe non essere abbastanza
affidabile.
Si è visto come gli scavi abbiano messo in luce le ripe orientali verso la muraglia e piccola parte di
quelle occidentali presso l'imbocco dell'antico ponte.
Per le ripe orientali si è detto a proposito dello spalto ed esse non sarebbero soggette a particolari
sollecitazioni. Lo stesso si può dire delle ripe settentrionali e per quelle meridionali.
Tutto a sé è invece il caso delle ripe occidentali che verrebbero a costeggiare la strada.
Se l'imbocco verso città del ponte, situato nella ripa occidentale, data la presenza delle spinte
dell'arcata di questo, può non dare preoccupazioni per quanto concerne la resistenza alle sollecitazioni
del traffico, altrettanto non si potrebbe dire delle sezioni di ripa affiancate alla testata stessa.
Se si dovesse allargare il volume vuoto verso la strada si renderà necessario raggiungere da questo lato
le necessarie condizioni di sicurezza.
Ciò si potrebbe fare in vari modi, ma quello più ovvio sembrerebbe dato dalla costruzione di un muro di
contenimento in muratura adeguatamente scarpato e di conveniente spessore, costruito ex novo ed esteso
alle porzioni di ripa che corrono lateralmente all'imbocco del ponte per tutta la loro lunghezza.
Tale manufatto, non essendo antico, andrebbe mascherato con un terrapieno degradante tenuto ad erba, una
specie di spalto.
Sarà necessario avere l'avvertenza di arrestare per un breve tratto le scarpate di terra da una parte e
dall'altra della prima arcata del ponte per non accecarla.
OPERE ACCESSORIE
Si possono considerare tali per esempio, il parapetto perimetrale ed eventuali apparecchi di discesa
sul fondo (scalette, rampe).
Per la recinzione andrebbe raccomandato un tipo leggero in moduli di metallo sostenuti da paracarri o
da pilastrini in pietra.
Per le discese al fondo del controfossato ne basterebbero due collocate in punti opportuni e di dimensioni
contenute. Le norme vorrebbero fossero metalliche, ma si potrebbe derogare con rampe di terra e legno
ricavate nelle scarpate di terra. Potrebbero essere: una nella sezione settentrionale del bacino ed una
nella sezione meridionale.
ISOLA VERDE
Si è detto che, dalla parte settentrionale, il bacino potrebbe essere contenuto dimensionalmente in modo
da preservare ad uso pedonale, fra esso e la strada che si dirige verso la Pizzeria, un giardinetto da
sistemare con idonee specie vegetali (conifere escluse).
ACCESSO DALLA PUSTERLA DI ALTIERO
Potrà rimanere immutato. Una volta entrati, ci si troverà di fronte ai giardinetti attraverso i quali
si potrà transitare liberamente.
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